La storia di indomiti ha inizio con un viaggio alla ricerca di sé, dall’altra parte del mondo.

Nasce con un ragazzo di nome Simone Ambrosini che, ribelle e curioso, decide di migrare in Australia, senza una bussola, guidato dalla sola voglia di lasciarsi sorprendere. Nel suo viaggio di disorientamento, Simone decide di lavorare in diverse fattorie e stalle; l’impegno in agricoltura acquieta la sua attitudine sognante e astratta che inizia così a tracciare radici, ancorando i suoi piedi alla terra viva. Il cuore sogna un lavoro creativo, che trovi concretezza nell’espressione dei suoi desideri più profondi. Forse la via è proprio la terra. Poi l’incontro con il mondo del vino: ed è subito amore.



Simone, una volta rientrato in Italia, decide di intraprendere gli studi universitari in Enologia e Viticoltura. Dopo la laurea e le prime esperienze lavorative in diverse cantine, la mansione di dipendente inizia a stargli stretta, la pancia scalpita, così anche le idee.
Un’irrefrenabile necessità di cambiare direzione lo spinge verso un nuovo luogo, ancora inesplorato.

Fare vino per gli altri è un ruolo che non gli si addice più. Così, per gioco, comincia ad immaginare una sua realtà.

Senza terra, senza eredità famigliari, senza trattore, ma ricco di entusiasmo e buoni propositi.

Era il 2018, aveva 26 anni, capelli lunghi e un portafoglio bucato da velleità.



Da dove partire? Con una cosa impossibile per volta. Innanzitutto con una vigna da coltivare.

La ricerca nei Colli Berici a sud di Vicenza, sua terra natale, prende finalmente il via. La notizia si muove veloce, di bocca in bocca, finché Simone non trova in affitto una vecchia pergola di 60 anni e un appezzamento di varietà autoctone, mezzo abbandonato, circondato solo da bosco, sopra il lago di Fimon, ad Arcugnano. Tre ettari abitati da vigne di collina, scoscese ed anziane, con una gran voglia di raccontarsi.

Inizia un lavoro di restauro per riconsegnare una voce a quelle vigne, che lottavano per la vita, da una vita. Da qui il nome indomiti, riflesso della lotta per la vita di umani incoscienti, vigne vecchie e vini disobbedienti.

Il secondo passo è la ricerca di una cantina, Simone bussa alla porta di diversi produttori vinicoli con la speranza di poter condividere un angolo del loro spazio. Di anno in anno infatti e, ancora oggi, vagabonda ramingo in cerca di una casa che lo ospiti.

D’altronde la filosofia agricola lavora sul dimenticarsi di sé. In vigna l’impronta umana è solo un’attenta lontana presenza.

I vini indomiti, sono liberi di esser se stessi, fermentano nudi, contrari alla banalità del gusto, distanti da interferenze chimiche e fisiche che ne limitano la sincerità.

Questo è solo il principio di una storia, quella di indomiti, che vede nel suo futuro una fase di evoluzione, con una vigna e una cantina di proprietà. Questo è il nostro sogno. Trovare un pezzo di terra. Metterlo in ordine, nella materia e nello spirito per viverci in equilibrio.

Simone Ambrosini